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Diletta e l'arte di modellare la dolcezza

  • Immagine del redattore: Ginevra Ferrari Ardicini
    Ginevra Ferrari Ardicini
  • 7 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Da Milano a Lisbona, passando per l’Olanda: la storia di Bilolu, dove la ceramica incontra la pasticceria


Durante il lockdown, in una Milano sospesa e silenziosa, Diletta frequentava il corso di Multimedia alla Civica Scuola. Tutto era virtuale, tutto sembrava distante. Tranne una cosa: la ceramica. «E' stata la mia prima ancora materiale. Avevo bisogno di qualcosa che mi riportasse al reale». La scelta non fu casuale. Da bambina, osservava sua nonna – ceramista – modellare, cuocere, smaltare. Quelle immagini riaffiorarono, portandola a riscoprire il gesto, la lentezza, la trasformazione.


Dopo la laurea, e' arrivato il momento del vuoto. «Non mi piaceva quello che avevo studiato. Mi sentivo in crisi, senza direzione». Cosi' Diletta e' partita per Lisbona, per un corso intensivo, e li ha trovato qualcosa che non cercava: l’innamoramento per il fare manuale. «All’inizio era solo per tenermi impegnata. Poi e' arrivata la pasticceria, come un’estensione naturale della ceramica. Sono molto golosa, ma mi affascina soprattutto l’aspetto estetico e sensoriale. Ci sono tantissime consistenze simili tra i due mondi: impastare, plasmare, cuocere. La cottura e' essenziale in entrambi».


Dopo Lisbona, e' arrivata l’Olanda: tre mesi per scrivere la tesi, lavorando nel frattempo al McDonald's e sperimentando candele a forma di torta. Ma la vera svolta e' arrivata con la sac à poche. «E' stato come trovare il mio pennello. Ha cambiato tutto».


Nasce cosi Bilolu, la sua pagina Instagram, un universo fatto di dolci che sembrano oggetti d’arte, e oggetti che sembrano dolci. Un mix tra ceramica, pasticceria e allestimenti effimeri, sempre ironici e visivamente irresistibili. Ha partecipato a pop-up, come quello ad ottobre di Artetica, creato mini-spazi espositivi, e recentemente ha curato un allestimento speciale per Oslo Made in Heaven, iconica pasticceria milanese. «Ho riprodotto una delle loro torte, reinterpretandola attraverso il mio linguaggio. Per Cucchi invece ho curato un allestimento: e' stato uno dei momenti piu' belli. Ho mandato una mail e… hanno detto si».



Il prossimo passo e' l’e-commerce, ma l’obiettivo piu' grande resta difficile da definire. «Mi piacerebbe lavorare su allestimenti, vetrine, collaborazioni con brand. Un sogno? Creare props per Marchesi, oppure sviluppare una mia linea di oggetti per la tavola».


Ma Diletta sa che il percorso non sarà lineare. «La difficoltà piu' grande e' il dialogo interno. Le mie insicurezze, l’idea che si debba avere un piano preciso. Invece sto imparando a lasciar andare la pressione. Se va bene, va bene. Se non va, va bene lo stesso. Ho sempre un piano B, ma non voglio fossilizzarmi. Ne in una fase della vita, ne in un solo mestiere».


Nel frattempo, continua a modellare la dolcezza. Con le mani, con gli occhi, con l’immaginazione.

 
 
 

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